Vai al contenuto Vai alla ricerca Vai al contatti Vai alla mappa del sito

La diffamazione sui social network è un fenomeno in crescita che può avere gravi conseguenze legali e personali. Con la facilità di condivisione e la velocità di diffusione delle informazioni, le piattaforme digitali amplificano la portata dei contenuti diffamatori, rendendo difficile il controllo e la rimozione di tali contenuti. Questo articolo esplora come le offese sui social network si possano configurare come diffamazione online, anche se non si cita esplicitamente la persona coinvolta.

L’articolo 595 del Codice Penale punisce chiunque offenda la reputazione altrui comunicando con più persone. Se l’offesa avviene tramite stampa o altri mezzi di pubblicità, la pena è aggravata, come specificato nel terzo comma dell’articolo.

 

ARAG Tutela Legale Famiglia #Next!

La tua famiglia è la cosa più importante che hai: proteggila da ogni imprevisto.

Cosa si intende per “mezzo stampa”?

Tradizionalmente, il termine “mezzo stampa” si riferisce ai giornali, ma oggi anche i social media rientrano in questa categoria. I social media diffondono informazioni rapidamente e capillarmente, raggiungendo un vasto pubblico. La possibilità di re-inoltrare i contenuti all’infinito amplifica l’effetto lesivo, configurando l’aggravante prevista dall’articolo 595, comma 3, del codice penale.

 

La giurisprudenza recente

Recenti sentenze hanno evidenziato che la diffamazione sui social è particolarmente dannosa per la reputazione e il decoro della persona offesa.
La Cassazione, con la sentenza n. 1435/2024, ha stabilito che per configurare il reato di diffamazione aggravata su Facebook è sufficiente che la vittima sia individuabile, anche senza l’indicazione esplicita del nome.
Strumenti in possesso degli internauti come Google Lens, che analizza le immagini, o i commenti ai post, possono rendere riconoscibile la vittima, aggravando così il reato.

 

La gravità della diffamazione sui social

La gravità risiede nella enorme capacità dei social media di consumare il reato di diffamazione, causando un danno maggiore e più diffuso alla persona offesa.
La diffusione virale amplifica l’effetto diffamatorio e lesivo, rendendo i social media particolarmente pericolosi in questo contesto.

Le conseguenze legali per chi diffama online possono essere piuttosto severe, dato che, come abbiamo visto, la diffamazione sui social media è considerata un’aggravante del reato.


Ecco una panoramica delle possibili sanzioni:

1. Reclusione: la pena base per il reato di diffamazione è la reclusione fino a un anno. Se la diffamazione è commessa tramite mezzi di pubblicità, come i social media, la pena può aumentare da sei mesi a tre anni.

2. Multa: oltre alla reclusione, chi diffama su Facebook può essere condannato a pagare una multa. Per i casi aggravati, la multa non può essere inferiore a €516.

3. Risarcimento danni: la vittima può richiedere un risarcimento danni per il pregiudizio subito. Questo può includere danni morali e materiali, a seconda della gravità dell’offesa e delle conseguenze sulla sua reputazione.

4. Responsabilità del social network: in alcuni casi, anche il social network può essere ritenuto responsabile se, dopo una segnalazione, non rimuove il contenuto diffamatorio. Ciò può comportare ulteriori azioni legali contro la piattaforma stessa.

Le offese sui social media possono condizionare pesantemente la vita di chi ne é vittima. In questi casi è sempre consigliabile farsi assistere legalmente consultando un avvocato specializzato in diritto penale o in diritto dell’informazione.

 


In conclusione, la Corte di Cassazione ha confermato che la diffamazione su Facebook è aggravata se la vittima è in qualche modo individuabile, non essendo richiesta necessariamente l'indicazione esplicita del suo nome, ma la presenza di elementi che, anche in via indiretta o deduttiva, consentano di risalire al soggetto diffamato. Questo riconosce la gravità del danno causato dalla diffusione virale sui social media, che amplifica l’effetto diffamatorio e lesivo.

Nel caso specifico era successo che la persona diffamata con il post era individuabile, poiché tutti quelli che accedevano alla pagina, potevano riconoscerlo aprendo la sua pagina Facebook, in quel caso accessibile a terzi, tanto che dei suoi conoscenti lo avevano informato e allertato.

 


In collaborazione con:

Studio Legale Potenza
Galleria del Toro, 3
40121 Bologna

Si avverte che i contenuti hanno carattere meramente informativo e non possono sostituirsi ad una consulenza da parte di un professionista qualificato sul caso specifico. In nessun caso la compagnia può essere ritenuta responsabile dell’utilizzo che ne possa essere fatto.

Che servizi può offrirti ARAG?

Scopri le polizze ARAG, che coprono le spese dell'avvocato e del perito e danno un supporto legale qualificato in tante situazioni della vita quotidiana.

Il nostro obiettivo è fare in modo che i clienti ARAG sappiano sempre cosa fare e a chi rivolgersi, anche solo se hanno un dubbio o una curiosità.

Per saperne di più e trovare l’offerta giusta per te, visita questa pagina La Tutela legale ARAG.

Messaggio promozionale prima della sottoscrizione leggere il set informativo.

Potrebbero interessarti anche...

Contatti e servizi