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Protezione per chi denuncia irregolarità

Il whistleblowing (denuncia di atti illeciti all'interno dell'azienda) è incoraggiato dalla normativa attraverso misure che tutelano i lavoratori. Tra le garanzie previste rientrano l'anonimato e la protezione da ritorsioni, come il licenziamento, il demansionamento o il trasferimento. Qualsiasi provvedimento datoriale adottato in conseguenza di una denuncia è considerato nullo.

L'Italia ha recepito la Direttiva UE 2019/1937 con l'entrata in vigore del D.Lgs. 24/2023, rafforzando la tutela dei whistleblower e fornendo un quadro normativo chiaro per la protezione di chi segnala condotte illecite.

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La sentenza della Cassazione

Anche la giurisprudenza ha affrontato il tema, come dimostra la sentenza n. 12688 del 9 maggio 2024 della Corte di Cassazione - Sezione Lavoro. Nel valutare la legittimità di un licenziamento per giusta causa, la pronuncia sottolinea l'importanza del contesto in cui avviene un licenziamento, anche se il comportamento contestato al dipendente non è direttamente collegato alle denunce effettuate.

Secondo la Corte, anche quando l'azione disciplinare non sembra correlata alle segnalazioni del lavoratore, il quadro complessivo è determinante per valutare la legittimità del provvedimento. L'esautoramento delle funzioni del dipendente può infatti essere un elemento utile a definire la responsabilità del datore di lavoro.

 

L'onere della prova

In caso di licenziamento contestato, perché giudicato ritorsivo, il datore di lavoro ha l'onere di dimostrare l’esistenza di una giusta causa.

Solo dopo questa prova, spetta al lavoratore dimostrare che l'effettiva motivazione del licenziamento sia ritorsiva. Inoltre, è necessario provare che la volontà di licenziare sia stata determinata esclusivamente da un intento punitivo, senza che vi siano altre motivazioni legittime.

La sentenza afferma per il lavoratore la necessità di dimostrare che

...l’intento di vendetta abbia avuto efficacia determinativa esclusiva della volontà di risolvere il rapporto di lavoro anche rispetto ad altri fatti rilevanti ai fini della configurazione di una giusta causa o di un giustificato motivo di recesso.

Conclusioni

Il quadro normativo e giurisprudenziale conferma un'impostazione a favore della tutela del whistleblower. Tuttavia, la dimostrazione di un licenziamento ritorsivo richiede prove concrete, evidenziando l'importanza di un'attenta valutazione caso per caso.


In collaborazione con:

Studio Legale Potenza
Avv. Pasquale Potenza
Galleria del Toro, 3
40121 Bologna – BO

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